GIRO IN VALLE ORTECCIA da Passo Cattivo.

Escursione classica con partenza dalla strada del Cornaccione fino al Passo Cattivo, siamo scesi al laghetto de Le Fosse ancora gelato per poi, aggirando la cresta rocciosa che separa Le Fosse da Valle Orteccia, proseguire in Valle Orteccia per andare ad esplorare un canalino nascosto nel versante Ovest di Cima Cannafusto, possibile oggetto di salita invernale su ghiaccio.

Nel bosco di Valle Orteccia abbiamo fatto interessanti scoperte quali dei grandi faggi secolari e delle vecchie carbonaie.

Al ritorno, a causa del forte vento che si era levato, abbiamo preferito non percorrere tutta la Valle Orteccia per salire fino a Cima di Vallinfante e percorrere la cresta fino al Passo Cattivo ma siamo risaliti da Le Fosse per il Passo Cattivo per riprendere la strada del ritorno.

1- Nonostante le centinaia di volte che sono passato sulla strada che conduce dal parcheggio de Le Saliere fino al Passo Cattivo non avevo mai notato questa strana forma nelle rocce del fondo stradale, un buco con dei solchi a raggiera, un piccolo impatto meteoritico o una più probabile esplosione di una mina usata per aprire la strada?
2- Nel bordo della strada strati di roccia di diversi colori.
3- L’edicola di Passo Cattivo
4- Discesa verso Le Fosse, di fronte il versante Ovest di Cima Cannafusto dove si apre un canalino nascosto oggetto della nostra esplorazione.
5- Il Pizzo Berro ed il Pizzo Regina visti dalla strada che scende da Passo Cattivo verso Capotenna.
6- Le Fosse
7- Fioritura di Crochi a Le Fosse.
8- Discesa veloce su neve ammorbidita.
9 – 10- Il laghetto de Le Fosse (ph. Monica Capretti) .
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11- Da Le Fosse aggiriamo la cresta rocciosa per dirigerci verso la Valle Orteccia.
12 – 13- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia con i faggi piegati dal peso della neve.
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14- Il grande vecchio Faggio di Valle Orteccia., un monumento della natura.
15- L’eredità del grande Faggio continua, dalle sue radici un “piccolo” faggio cresce.
16- Un altro grande faggio di cui metà caduto a terra nel bosco di Valle Orteccia.
17- Nella faggeta abbiamo ritrovato ben tre piattaforme di antiche carbonaie con ancora residui di carbone sul terreno.
18- Grande faggio abbattuto da una frana prodotta nella cresta sovrastante dal terremoto del 2016.
19- Un vecchio nido fatto con dei licheni che crescono sui rami.
20- Il Pizzo Berro emerge dal bosco di Valle Orteccia.
21- Dal bosco ci dirigiamo nel versante Ovest di Cima Cannafusto per poter esplorare un canalino nascosto possibile oggetto di salita invernale.
22- La grande frana di Valle Orteccia staccata dal versante Nord di Cima di Passo Cattivo.
23- Il versante Ovest di Cima Cannafusto che nasconde un interessante canalino roccioso poso visibile.
24- Il canalino roccioso esplorato, ritorneremo d’inverno per salirlo con ghiaccio.
25- Ritorniamo verso Valle Orteccia (ph. Monica Capretti) .
26- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia che abbiamo attraversato, posto sotto alla cresta rocciosa che divide la Valle dalla zona denominata Le Fosse.
27- Proseguiamo nella valle.
28- E giungiamo sotto alla grande frana prodotta dal terremoto del 2016 che avevamo già visitato qualche anno fa (vedi Reportage post terremoto).
29- Quindi, a causa del forte vento che si è levato, non percorriamo la valle fino alla cima di Vallinfante per proseguire per cresta fino a Passo Cattivo ma ritorniamo al Passo Cattivo scavalcando la cresta de Le Fosse passando per la piccola grotticella di Valle Orteccia.
30- Lobaria pulmonata, grande e raro lichene che cresce nei tronchi di vecchi Faggi.
31- Puledrini appena nati sulla strada del ritorno.



LE GROTTE DEL VERSANTE SUD DI FORCA CERVARA.

Il 17 ottobre 2020, insieme a Federico, accompagnati dalla presenza di molti animali selvatici e domestici, abbiamo raggiunto alcune grotte presenti nel versante Sud-est tra Monte Bove Sud e Forca Cervara, nei dintorni del Casale del Berro, che avevamo individuato da tempo dai versanti opposti della montagna. Le grotte si raggiungono a piedi da Passo Cattivo.

ACCESSO: Per raggiungere Passo Cattivo si sale in auto a Frontignano quindi giunti al bivio per Nocria attualmente chiuso, si prosegue per 200 metri quindi si gira a destra, si passa nel piazzale dell’ex palazzetto dello sport, si prosegue verso il gigantesco albergo danneggiato dal terremoto e si prosegue fino raggiugere la strada sterrata che in circa 4 chilometri arriva fino al parcheggio del Monte Cornaccione, alla stazione degli impianti di risalita di Pian dell’Arco. Assurdamente non si può parcheggiare nell’ampio parcheggio posto nei pressi della stazione della seggiovia in base ad una delibera comunale ma occorre lasciare l’auto lungo la strada, intasata d’estate, per evitare sanzioni.

DESCRIZIONE : Dal parcheggio (351010,4 E – 4752610,7 N; 1640 m.) si prosegue a piedi per la strada sterrata che conduce al Cristo delle Nevi – impianti di risalita di Jacci di Bicco, giunti al bivio che conduce agli impianti si prosegue in piano e in circa un’ora dall’auto si raggiunge il disastrato Passo Cattivo. Appena ci si affaccia nella Valle del Tenna sottostante il Passo Cattivo si nota a sinistra, nel pendio che sale verso Monte Bove Sud, una traccia di sentiero in quota (353339,2 E – 4751949,4 N; 1890 m.) che si dirige verso Nord-est in direzione di Pizzo Berro. Si prosegue per il sentiero dapprima ben visibile che poi si trasforma in una traccia appena percettibile ed in circa 30 minuti dal Passo Cattivo raggiunge la parte superiore di una particolare cresta rocciosa (foto n. 7-8) in pendio aperto che scende verso valle (353702,7 E – 4753051 N; 1890 m.). Si lascia quindi il sentiero e si scende per circa 100 metri lungo la cresta rocciosa costeggiandola nel lato sud-ovest a metà della quale si apre la prima grotta raggiunta profonda neppure una decina di metri ma con una bella visuale sulla valle Orteccia posta di fronte (353753,7 E – 4753012,2 N; 1850 m.; foto n.11-12)

Visitata la prima cavità si risale il pendio per riprendere la traccia di sentiero lasciata prima e la si segue dapprima sempre in quota poi in leggera e costante salita fino alle rocce della Forca Cervara.

Poco prima di raggiungere la Sella della Forca Cervara (354345,2 E – 4753708,1 N; 1950 m.) si notano nella stessa quota a destra verso la cresta Sud del Pizzo Berro, dei contrafforti rocciosi (foto n.16 e 22)ed una traccia di sentiero che scende a tornanti verso valle per poi raggirare il primo contrafforte e risalire verso il contrafforte successivo dove, in alto, si notano le altre due cavità presenti. Si risale faticosamente il ripido pendio per circa 100 metri e si raggiunge la prima grotta posta alla base dello sperone roccioso (354515,6 E – 4753794,7 N; 1950 m.). Sopra di essa, in parete, è presente una seconda cavità (foto n.17-18-19-20-21) che si raggiunge in arrampicata risalendo una paretina rocciosa a destra di circa 15 metri. Per la discesa è consigliato portarsi qualche chiodo da lasciare in loco per effettuare una più sicura discesa in corda doppia. Entrambe le cavità sono anch’esse profonde circa una decina di metri ma offrono un sicuro riparo in caso di maltempo.

Visitate queste due grotte si ridiscende il pendio dirigendosi in diagonale verso valle in direzione del Casale del Berro che si nota sulla sinistra sotto ad una zona rocciosa. Si costeggiano le rocce e si attraversa obbligatoriamente sotto a delle alte pareti (354335,4 E – 4753175,8 N; 1700 m.) oltre le quali si apre un grande anfiteatro roccioso (foto n.24-25-26 e 32) posto sulla verticale del Casale. Si risale il pendio erboso entrando nell’anfiteatro dove le pareti rocciose poste a semicerchio creano un caratteristico eco sonoro e lo si costeggia passando sotto ad una alta parete grigia stillicidiosa (foto n.27-28), si prosegue sotto alle pareti e al termine della barriera rocciosa, in prossimità di un canale erboso, si raggiunge la Fonte Vissana (foto n. 29-30-31) più particolare dei Monti Sibillini, costruita nel 1800 e costituita da un muro roccioso artificiale sopra la quale è presente una vasca interrata di circa 1 metro cubo da cui partono ben due tubi metallici da cui sgorga acqua. La fonte, (354236,7 E – 4753163,7 N; 1705 m.) non ha alcun nome, non è riportata sulle carte e non è neppure censita nel catasto delle fonti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini effettuato dal CAI nel 2011.

Superato l’anfiteatro, con una lunga diagonale in leggera salita su pendii erbosi, ci si dirige verso la strada di fondovalle che sale verso il Passo Cattivo che si raggiunge in circa 30 minuti passando per la zona denominata “le Fosse” dove è presente un laghetto di abbeveramento per il bestiame ( foto n.36)

DISCESA: Da Passo Cattivo si prosegue la strada sterrata per il Monte Cornaccione ed in circa 40 minuti si raggiunge l’auto.

1- Caprioli in fuga sotto alla strada per Passo Cattivo
2- Tre femmine di Cervo incuriosite dal nostro passaggio sulla pineta sotto alla strada per Passo Cattivo, il maschio era fuggito prima.
3 – 4 Convivenza tra animali domestici e selvatici, anche se ormai i camosci si possono considerare semiaddomesticati.
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5- Camosci al pascolo a 10 metri da noi non manifestavano alcun timore.
6- Far foto ai camosci ormai non ha più senso, troppo banali, non è più una novità.
7- Il pendio del versante Sud-est di Monte Bove Sud con la cresta rocciosa a metà percorso dove si apre la prima grotta, coperto dalla nebbia ed imbiancato il Pizzo Berro.
8- La cresta rocciosa a metà percorso con la cavità visitata
9- Il Pizzo Berro con la cresta Sud che abbiamo salito e descritto alcuni anni fa, a sinistra in alto sotto alla cresta la barriera rocciosa che nasconde le due altre grotte, in basso a sinistra invece l’anfiteatro visitato al ritorno.
10- Il caratteristico anfiteatro roccioso posto a monte del Casale del Berro
11- La prima grotta sulla cresta rocciosa posta a metà percorso.
12- Veduta panoramica dall’interno della prima grotta.
13- Si prosegue verso la Forca Cervara, sullo sfondo il tracciato che proviene da Passo Cattivo e, fuori ombra, la cresta rocciosa a metà percorso dove è presente la prima grotta.
14- Giunti in prossimità della Forca Cervara, sullo sfondo il Pizzo Berro e dietro il Pizzo Regina.
15- La sottile cresta della Forca Cervara in alto mentre scendiamo il ripido pendio per raggiungere le altre due grotte
16- I contrafforti rocciosi tra Forca Cervara e la cresta Sud del Pizzo Berro che nascondono le altre due grotte.
17- Il primo contrafforte a sinistra, a destra il secondo contrafforte con le due cavità presenti, una alla base a l’altra in parete.
18 – 19 La grotta alla base del secondo contrafforte.
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20- Le due grotte del secondo contrafforte, una alla base e l’altra in parete.
21- Veduta verso la Valle Orteccia dalla grotta alla base del contrafforte.
22- Veduta dei contrafforti tra Forca Cervara e la cresta Sud del Pizzo Berro con le due cavità raggiunte.
23- Discesa verso valle in direzione del Casale del Berro con vista verso Cima Cannafusto e Valle Orteccia.
24 – 25 – 26 – L’Anfiteatro roccioso posto a monte del Casale del Berro, le pareti poste a semicerchio creano un particolarissimo eco sonoro.
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27- 28- La parete grigia stillicidiosa posta al termine dell’anfiteatro roccioso.
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29 – 30 – 31- La Fonte Vissana, dimenticata e posta tra l’anfiteatro roccioso ed un canale erboso.
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32- Veduta dell’anfiteatro roccioso con la sorgente al suo termine sinistro.
33 – 34 – L’anfiteatro con lo sfondo del Pizzo Berro imbiancato.
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35- Il pendio Sud-est del Monte Bove Sud dove si sviluppa l’itinerario proposto con veduta dei siti visitati (ai lati e alla base della zona d’ombra) popolato da bovini.
36- La zona denominata “Le Fosse” con il laghetto di abbeveramento sul versante Est sotto al Passo Cattivo, sullo sfondo la cresta che collega Cima Cannafusto con Cima di Vallinfante.
37- Il versante Sud della cresta compresa tra Monte Bove Sud e Forca Cervara con l’itinerario per raggiungere le grotte.
Pianta satellitare con il percorso proposto.
ROSSO: Itinerario di raggiungimento
VERDE: Itinerario di ritorno



LA GRANDE FRANA DI VALLE ORTECCIA – CIMA DI VALLINFANTE Per il canale Nord

ASCENSIONE N. 992 dal 1979

A tre anni dal terremoto del 2016 ancora ci ritroviamo a visitare luoghi di distruzione.

Dopo averla vista dal Pizzo Regina e dal Monte Bove Sud finalmente abbiamo raggiunto la grande frana che si è staccata nelle pareti del versante sinistro orografico della Valle Orteccia, sul versante Nord di Cima di Passo Cattivo, in una zona pochissimo frequentata in quanto piuttosto lunga da raggiungere e non percorsa da itinerari classici.

Il 1 dicembre 2019 con Fausto e Federico, salendo per il Passo Cattivo, abbiamo traversato in quota la valletta de “Le Fosse” quindi raggiunta la stretta crestina che la separa dalla adiacente Valle Orteccia siamo scesi in essa ed abbiamo raggiunto la base della frana.

La frana è gigantesca, ci ha lasciato senza fiato, sicuramente è la più grande che si è formata sui Monti Sibillini dopo il terremoto dell’Ottobre 2016, anche più grande di quella dello Scoglio del Miracolo nella Valle del Lago di Pilato.

Abbiamo quindi risalito la Valle Orteccia leggermente imbiancata dalla prima neve della stagione e abbiamo raggiunto al Cima di Vallinfante risalendo per un breve ma ripido canalino innevato, con uscita in cresta su pendenza di 45 -50°,compiendo così anche la nostra prima salita invernale della stagione.

La salita nel canalino che si apre nel versante Nord di Cima di Vallinfante non è documentata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini per cui, pur essendo facile e senza alcuna difficoltà, può essere considerata una prima salita ed è interessante in quanto la zona non offre nulla di particolare dal punto di vista alpinistico.

Durante la discesa da Cima di Vallinfante verso Passo Cattivo ci siamo imbattuti in orme di escursionisti che ci hanno preceduto che indossavano scarpe con suole da parquets tipo calcetto o pallacanestro, come visibile nella foto n.28.

Tali suole ovviamente non sono affatto adatte per escursioni in montagna specialmente su sentieri e pendii innevati in quanto non possono garantire una sicura aderenza.

Dopo non ci lamentiamo se accadono incidenti in montagna, lo stesso giorno della nostra ascensione sono morti due ragazzi alla Maiella per scivolamento su un canale innevato per mancanza di attrezzatura adeguata.

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- La Valle Orteccia con l’evidente frana vista dalla cima del Pizzo Regina a luglio del 2019.
La frana da lontano sembra di modeste dimensioni ma ci siamo ricreduti dopo averla raggiunta. A sinistra Cima Cannafusto e a destra la Cima di Passo Cattivo, sulla testata della valle la Cima di Vallinfante.
2- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina visti dalla zona “Le Fosse”, a valle di Passo Cattivo.
3- La cresta che separa Le fosse dalla Valle Orteccia ed il Pizzo Berro sullo sfondo..
4- Il versante ovest di Cima Cannafusto nella Valle Orteccia.
5- Il versante Sud-est del Monte Bove Sud
6- Il Pizzo Berro, versante sud con la lunga cresta già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
7- La ripida discesa dalla cresta de Le Fosse alla Valle Orteccia, sul prato di fronte le tracce
dei crolli della parete sovrastante.
8- La discesa dalla cresta de Le Fosse a Valle Orteccia.
9- La Valle Orteccia con il Pizzo Berro e Pizzo Regina sullo sfondo.
10-11-12-13-14 La grande frana di Valle Orteccia con l’accumulo di roccia sottostante, notate le dimensioni rispetto a Fausto vestito di rosso e Federico vestito di scuro.
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13- Come si può vedere le dimensioni sono davvero gigantesche
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15- L’accumulo di pietre cadute alla base della grande frana, si riesce a vedere Federico al margine a destra della foto.
16 Il sottoscritto alla base dell’accumulo di frana.
17- La frana e l’accumulo di massi alla sua base vista di lato salendo in Valle Orteccia.
18 – 19 Leggero innevamento nell’alta Valle Orteccia.
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20- L’alta valle Orteccia con la Cima di Passo Cattivo a sinistra ed il Monte Bove Sud sullo sfondo.
21- L’imbocco del canalino Nord di Cima di Vallinfante con le nostre orme di salita.
22- 23 Il canalino di salita invernale al versante Nord di Cima di Vallinfante.
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24- Il ripido tratto finale del facile canalino di salita, visto dalla cresta Nord di Cima di Vallinfante.
25- La cima del Monte Sibilla a sinistra e Cima Vallelunga a destra con la cresta Ovest che sale dalla Vallelunga già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
26- Il Monte Porche e la Cima del Redentore a destra.
27- La cresta che scende da Cima di Vallinfante verso la Cima di Passo Cattivo.
28. L’impronta di scarpa da parquets praticamente liscia confrontata con lo scarpone da ghiaccio di Fausto, c’è una bella differenza.
29- La Cima di Vallinfante con, a sinistra in ombra, il canalino di salita invernale.




ANELLO DI CIMA CANNAFUSTO E GROTTA DI VALLELUNGA.

Anche questo itinerario proposto
non è descritto in altre guide, permette di effettuare un giro ad anello
attorno a Cima Cannafusto, cima dimenticata dei Monti Sibillini, sia perché
posta nel cuore della catena lontano dai classici punti di partenza per
escursioni e quindi difficilmente raggiungibile sia perché essendo una cima al
di sotto dei 2000 metri
di altezza viene considerata come “cima minore”.

L’itinerario, percorso il 12 settembre 2015, attraversa, su resti di un vecchio tracciato, dapprima tutto il versante est di Cima Cannafusto su pendii piuttosto ripidi, per poi girare nel versante nord quindi nel versante ovest e risalire in cresta per la dimenticata “Valle Orteccia”  ad una quota di traversata compresa tra 1600 e 1800 metri per poi raggiungere il punto più alto a 2100 m. di Cima di Vallinfante quindi, per cresta in lieve discesa, la Cima Cannafusto a 1975 m.

La prima parte della
traversata permette anche di raggiungere una ampia cavità posta nel versante
est di Cima Cannafusto che abbiamo battezzato la “Grotta di Vallelunga” in
quanto ben visibile solo nella parte finale dell’omonima valle risalendola da
Capotenna.

Il percorso è piuttosto lungo e faticoso ed è consigliato ad escursionisti allenati ed esperti che siano in grado di muoversi con sicurezza su terreni erbosi molto ripidi e che conoscono bene la montagna in quanto il tracciato è esile e in alcuni tratti non più visibile.

2- La seconda parte dell’itinerario. (notate la pianta isolata nel margine sinistro della foto, vedi foto 1 e la pianta isolata n.2 verso destra, al centro del ghiaione)
3- La terza parte dell’itinerario con l’ingresso, (non visibile da Cima Vallelunga) della “Grotta di Vallelunga”, (notate la pianta isolata n.2 al centro del ghiaione , vedi foto 2)
4 – La quarta parte dell’itinerario: il lungo corridoio erboso delimitato a valle da arbusti e ginepri.
5 – La quinta parte dell’itinerario

Accesso: L’itinerario ad anello prevede come
partenza il parcheggio di M. Prata.

E’ assolutamente
sconsigliato in inverno per la ripidezza dei pendii ed il rischio di slavine
che essi comportano.

Dal parcheggio si
prosegue a piedi per la strada sterrata fino a Fonte della Giumenta (354458,6 E
– 4748395,8 N ; 1790 m)
quindi si prende in salita il sentiero normale per il Monte Porche .

Dopo 20 minuti di salita,
giunti alla sella di quota 1980
m. (354858,7 E – 4748775,7 N) si lascia il sentiero che
si dirige verso destra nel versante ovest del M. Porche e si prende una esile
traccia verso sinistra (nord est) che attraversa ripidi pendii erbosi poi
sassosi e si dirige verso la sella posta tra il M. Porche e la Cima di
Vallinfante , a quota 2030 m.
(355021,7 E – 4749031,3 N) dove si scopre la Vallelunga (15 minuti).

Si scende liberamente in
circa 10 minuti la valletta erbosa sottostante fino alla sua confluenza con la
Vallelunga in prossimità di una strettoia rocciosa.

Appena terminata la
strettoia si presenta a destra, in direzione nord, una barriera rocciosa al di
sotto della quale, su un ripido ghiaione, parte in piano una lievissima traccia
di sentiero, punto di partenza della traversata proposta. (355355,9 E –
4749576,3 N; 1910 m.).

Descrizione itinerario: Dal ghiaione si prosegue in lieve
salita costeggiando le pareti rocciose sovrastanti seguendo sempre tracce di
sentiero.

Si attraversa così un ampio tratto
ghiaioso passando vicino a due caratteristiche piante isolate (vedi foto) fino
a raggiungere un tratto con più erba.

Percorrendo ancora il tratto erboso
in piano, alzando lo sguardo verso le sovrastanti pareti, si nota una ampia
cavità posta circa cinquanta metri più in alto (20 minuti).

La cavità, profonda una ventina di
metri e caratterizzata da una volta altissima, battezzata la “Grotta di
Vallelunga” può essere raggiunta risalendo faticosamente il ripido e scivoloso
pendio erboso sovrastante.

Dopo aver fatto la visita alla grotta
si riprende il tracciato scendendo lievemente, obbligati da pendii rocciosi.

Quindi si risale lievemente in
corrispondenza di un corridoio posto tra due fasce rocciose e caratterizzato da
una fascia ben visibile di alta e verdissima erba (falasco) e delimitato a
valle da arbusti e striscianti ginepri,  (20
minuti dalla grotta).

Questo corridoio è la chiave della
traversata e permette di scavalcare diversi ripidi canali che scendono dal
versante est di Cima Cannafusto verso la Vallelunga.

Terminata la serie di canali si risale fino ad un dosso (foto
n.5, 30 minuti) per poi ridiscendere nel versante opposto fino a raggiungere il
bordo inferiore di un ampio, ma meno ripido, ghiaione.

Si supera il ghiaione nel suo bordo inferiore e si prosegue
sempre in piano sul corridoio erboso, qui la traccia si perde e bisogna fare
attenzione a non salire di quota.

Lentamente si aggira la montagna, traversando su pendio molto
ripido, affacciandosi nel versante nord di Cima Cannafusto (tratto più
difficile del percorso).

Vedrete sotto ai vostri piedi Capotenna e di fronte il
ripidissimo versante sud di Pizzo Berro.

Una fascia di rocce obbliga a scendere lievemente di quota man mano che si
cambia versante fino a raggiungere le prime propaggini  della faggeta che caratterizza la parte bassa
del versante nord di Cima Cannafusto.

Arrivati alla vista dei primi isolati faggi si nota il sentiero, ora
netto, che scende verso la parte superiore del bosco (30 minuti dal ghiaione).

Con un po di fatica si entra nel bosco e dopo qualche
centinaio di metri di folta vegetazione il sentiero si trasforma in un ampio
tratturo che scende ed esce dal bosco, dopo 15 minuti di cammino, in
corrispondenza di un grande fontanile a monte di Capotenna, nei pressi di un
tornante della strada sterrata che sale fino a Passo Cattivo.

            Dal
fontanile (354635,1 E – 4752703,8 N; 1475 m) 
evitare di risalire per la evidente strada sterrata ma salire
direttamente il fondovalle per circa 200 metri dirigendosi a destra verso il
bosco che chiude la Valle Orteccia.

            Nel fondovalle si nota un
ampio sentiero che si inoltra, sempre in salita, nella faggeta per uscire dopo
circa 500 metri (30 minuti dal fontanile) in una ampia radura al centro della
valle (354398 E – 4752108 N; 1645 m.)

            Seguire sempre il
sentiero che risale tutta la valle Orteccia, si supera un passaggio ghiaioso
quindi il sentiero sale nettamente verso destra in direzione della Cima di
Vallinfante che si raggiunge in circa un’ora dall’uscita del bosco (354655 E –
4750442 N; 2110 m).

            Dalla Cima di Vallinfante
è possibile raggiungere la Cima Cannafusto scendendo la lunga cresta a destra,
guardando verso al Valle Orteccia appena risalita, che collega le due cime
facendo attenzione a tratti rocciosi sommitali (354955,7 E – 4751965,7 N; 1975
m.).

            Giunti a Cima Cannafusto è obbligatorio risalire di nuovo la cresta percorsa in discesa, considerare almeno un’ora in più di percorrenza.

Discesa: 
Dalla Cima di Vallinfante scendere in direzione sud per l’ampia cresta
che si prolunga fino al M. Porche fino a raggiungere in circa 20 minuti la
sella di quota 1980 m.
(354858,7 E – 4748775,7 N) raggiunta in salita chiudendo così il lungo anello
di Cima Cannafusto.

Quindi dalla sella si riprende più in
basso il sentiero del M. Porche che scende a Fonte della Giumenta per il
percorso di raggiungimento descritto e da qui alla strada per il parcheggio di
M. Prata (2 ore).

GIANLUCA CARRADORINI – BARTOLAZZI BRUNO – FAUSTO SERRANI

12 settembre 2015

6 – La sesta parte dell’itinerario con al risalita fino a Cima di Vallinfante e a Cima Cannafusto vista dalla Forca Cervara, d’inverno i sentiero nei boschi sono molto più visibili.
7 – La “Grotta di Vallelunga” con il suo ripido pendio sottostante.
7 – La  Vallelunga e sullo sfondo  il M. Porche visti dall’interno della grotta.
7 – La prima parte dell’itinerario si snoda sotto alle rocce in ombra, sullo sfondo  svetta il Pizzo Berro
8 –  Il corridoio erboso, parte centrale dell’itinerario, sullo sfondo il M. Priora ( a destra) e il Pizzo Berro
9 –  La parte finale più ripida dell’itinerario, sullo sfondo il M. Porche e la Vallelunga, si passa tra le piante a destra della foto.

GIALLO: Percorso di avvicinamento

ROSSO: Percorso proposto

VERDE: Percorso di discesa




PIZZO BERRO, RISALITA INTEGRALE DELLA CRESTA SUD.

Itinerario inedito, molto
impegnativo sia per lunghezza che per dislivello, adatto solo ad escursionisti
esperti che si sanno muovere su terreno molto ripido.

Itinerario aperto il 1 luglio 2016.

            Si risale
integralmente la ripidissima e rocciosa cresta sud del Pizzo Berro che si
innalza a monte di Capotenna, da 1400 metri circa del fondovalle fino ai 2259
metri della cima passando per la “ferratina del Berro”.

            La salita
invernale di questa cresta non è stata ancora mai effettuata.

Accesso:

L’itinerario prevede come base di partenza
il parcheggio del Monte Cornaccione, in località “Belvedere” di Frontignano di
Ussita, in corrispondenza della stazione di arrivo della nuova seggiovia,  facilmente raggiungibile in auto dal paese.

Avvicinamento:  

Dall’ampio parcheggio si prosegue
la strada sterrata (n.150) che conduce al Rifugio Cristo delle Nevi – campi da
sci Jacci di Bicco.

Giunti al bivio per gli
impianti di risalita si prosegue la strada sterrata in piano fino a raggiungere
il Passo Cattivo (45 minuti, sentiero n.1).

            Dal
Passo Cattivo si prosegue la strada in discesa, si supera il primo tornante nei
pressi della località “Le Fosse” dove è presente un piccolo laghetto e si
continua in discesa.

Si supera un secondo
tornante e, dopo un lungo rettilineo, si arriva al terzo tornante (354266,3 E –
4752838,4 N; 1595 m; 30 minuti)  dove
parte in piano un sentiero che permette di raggiungere, in 10 minuti,  il Casale del Berro, visibile di fronte.

Raggiunto di Casale si
prosegue quindi per altri 15 minuti in lieve salita verso la cresta S del Pizzo
Berro che si innalza di fronte a voi e che inizia con un grosso spuntone roccioso
al di sopra del bosco di Capotenna, in corrispondenza di alcuni arbusti isolati
ben visibili (354695,6 E – 4753266,1 N; 1675 m.).

Descrizione

            Dalla
base della cresta ci si porta faticosamente sul suo filo aereo che permette di
godere di un  panorama eccezionale
sull’alta valle del Tenna (foto n.2).

            Si
prosegue per cresta erbosa intervallata da spuntoni rocciosi per altri 20
minuti fino a raggiungere il primo e vero tratto roccioso (foto n.5).

            Si
sale in verticale sulla cresta rocciosa che presenta facili tratti su roccia di
I° e II° grado (foto n. 6) fino a superarla.

            Terminata
la fascia di roccia si presenta un ulteriore breve tratto erboso prima di
raggiungere l’alta parete rocciosa che caratterizza in alto la grande cresta
Sud del Pizzo Berro (30 minuti).

            Raggiunta
la base della friabile parete rocciosa (354925,9 E – 4753869 N; 2015 m ; foto
n.7) si scende 50 metri verso sinistra (ovest) costeggiandola per poi
riprendere la salita al suo margine laterale.

            Da
questo punto in poi il terreno si fa molto più ripido ed insidioso.

            Si
salgono i successivi 200 metri di dislivello su terreno misto con erba e roccette
che non permettono assicurazioni e su pendenze tra i 50 e i 60° (foto n. 8-10),
costeggiando sempre il versante ovest della parete.

            In
questo tratto può risultare utile una piccozza.

            In
altri 20 minuti di salita si raggiungono le liscissime placche finali della
cresta, in prossimità dell’attacco della “ferratina del Berro”.

            Si
risale un ultimo verticale canalino erboso con uscita su roccia (foto n. 12-14)
e, al termine del lunghissimo e ripidissimo imbuto sud-ovest che dalla cima del
Pizzo Berro scende fino al fondovalle, 
si raggiunge così la catena metallica della ferratina da cui facilmente
si sale alla cima del Pizzo Berro (2259 m.)

Le immagini riportate
sono una successione cronologica della salita.

1-Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, un posto adatto solo ai camosci !!!!
2- Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, parte sommitale della foto n.1, a destra e in fondo la strada che scende da Passo Cattivo a Capotenna, di fronte Cima Cannafusto, Valle Orteccia e, in fondo Cima di Vallinfante
3- Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, parte a monte della foto n.2, in alto a destra la strada che scende da Passo Cattivo a Capotenna con il Casale del Berro, di fronte Cima Cannafusto, Valle Orteccia e, in fondo Cima di Vallinfante. Tra il ghiaione e il salitore, gli arbusti indicati nella descrizione.
4- Il tratto mediano della cresta, a valle della prima fascia rocciosa
5- La prima fascia rocciosa e, in alto, la parete finale, con il tracciato di salita

Discesa:

Dalla cima del Pizzo Berro si
ridiscende per la “ferratina”  e si
prosegue in ripida discesa per cresta

erbosa fino alla Forca Cervara (o Forcella della Neve, 30
minuti)

            Dalla sella
erbosa della sella  (354346,7 E –
4753760,2 N; 1965 m) dove il sentiero corre in piano verso il Monte Bove Sud,
si scende lievemente verso sud a prendere una traccia sottostante quasi
scomparsa che scende lievemente sotto alle rocce di Forca Cervara e quindi in
piano conduce nel cuore del versante sud-est del Monte Bove Sud in direzione
del Passo Cattivo.

Il tracciato, poco frequentato,
scompare in alcuni tratti ma è visibile e si fa netto man mano che ci si
avvicina al Passo Cattivo che si raggiunge in circa 1 ora di scomodo traverso.

            Dal Passo
Cattivo per la strada di accesso in 30 minuti si raggiunge l’auto.

GIANLUCA
CARRADORINI            – FAUSTO
SERRANI             1 LUGLIO 2016

6- La risalita della fascia rocciosa, con passaggi di I° e II°.
7- L’alta parete rocciosa che caratterizza la parte finale della grande cresta Sud del Pizzo Berro
8- Il traverso oltre la parete finale, in fondo (ma molto in fondo !) la strada di accesso alla cresta.
9- Fausto con sguardo sconcertato, sembra quasi dire “ma dove c…. mi ha portato questo oggi ?”
10- Il tratto finale, si traversa su pendii di 50-60° con erba e rocce
11- Il tratto finale della cresta
12- Il canalino erboso sulla sommità dell’enorme imbuto del versante sud-ovest del Pizzo Berro , a sinistra la ripidissima cresta di salita.
13- L’uscita su roccia dell’ultimo canalino erboso, prima della “ferratina del Berro”.
14- Le liscissime placche rocciose al lato destro della “ferratina”.
15- Il versante sud-ovest del Pizzo Berro con l’itinerario di salita, a destra il Monte Priora (Pizzo Regina), visto dai pressi del Passo Cattivo.
16- Il versante sud-ovest del Pizzo Berro in veste invernale con l’itinerario di salita, visto da Cima di Vallinfante.

PIANTA SATELLITARE DEL PERCORSO:

PERCORSO VERDE: AVVICINAMENTO

PERCORSO ROSSO: ITINERARIO PROPOSTO

PERCORSO GIALLO: DISCESA

Pianta satellitare del percorso